La raccolta del tartufo è uno dei momenti più appassionanti tra tutti quelli che il prezioso fungo ipogeo è in grado di offrire, oltre ovviamente all’istante in cui lo ritroviamo nel piatto. E quando ci immaginiamo alla ricerca tra i boschi, non può mancare il nostro fedele compagno a quattro zampe, che è in grado di scovare la trifola con molta più precisione di noi. Ma qual è il miglior cane da tartufo? Il tuo cane è adatto alla ricerca del tartufo?
Il cane è fondamentale per la ricerca del tartufo e le caratteristiche di un buon aiutante sono sicuramente l’olfatto, la resistenza fisica e la capacità di ascoltare il padrone in una collaborazione vincente. Il miglior cane da tartufo è un amico ben addestrato in grado di scovare la trifola senza rovinarla; le razze più indicate sono:
Queste sono solo alcune delle razze più indicate, perché i migliori cani da tartufi, o comunque i più utilizzati, sono proprio i bastardini di medie dimensioni. E questa predilezione verso i meticci è tale che in Piemonte li chiamino affettuosamente taboj e, nel piccolo paese di Mango, si celebrava fino a pochi anni fa un congresso dedicato a loro.
A differenza dei funghi che crescono in superficie, i tartufi non possono contare sull’aria per la diffusione delle spore, ed è per questo che hanno sviluppato un altro mezzo potentissimo: l’odore. Via via che un tartufo è prossimo alla maturazione sviluppa il proprio odore caratteristico. Questo attira diversi insetti e animali, tra cui anche l’uomo, che lo cerca da secoli per portarlo nelle proprie cucine. L’evoluzione ha dotato il tartufo di questa qualità per far sì che siano in tanti gli esseri viventi disposti a scavare per tirarlo fuori dal suo scrigno sotterraneo, diffondendo così le sue spore e permettendone la riproduzione.
Sono tanti gli animali e gli insetti attirati dal tartufo, tra cui:
E tanti altri; la lista è lunga ma, nonostante siano tutti necessari per il suo futuro sviluppo, rappresentano anche un pericolo a causa delle loro modalità di estrazione e di fruizione del corpo fruttifero, rischiando di rovinare irrimediabilmente la pianta simbionte e di comprometterne la riproduzione. Non a caso, originariamente si utilizzava il maiale per la ricerca del tartufo, perché dotato di un olfatto senza pari, ma la sua fame – ahimè – rischiava di guastarne l’integrità di superficie e luogo di crescita. Ecco perché, nel tempo, si è trovato un degno sostituto: il cane.
Come già detto in precedenza, il miglior cane da tartufo non è solo quello col fiuto più sviluppato, ma quello in grado di imparare facilmente a collaborare per la buona riuscita di questa preziosa caccia al tesoro. Un cane ben addestrato di 5 anni d’età può facilmente arrivare a costare anche 10.000 €, ma i trifolai più esperti preferiscono addestrare da sé il proprio cane, che non è solo una macchina cerca-tartufi, ma un amico fedele che ti accompagna anche nella vita.
L’addestramento dovrebbe cominciare quando il cane è ancora un cucciolo, con degli esercizi semplici che sono dei veri e propri giochi, per fare in modo che il cane sia sempre stimolato e quindi non perda interesse nella ricerca. Va da sé che ogni esemplare ha i suoi punti deboli e i suoi punti di forza e non bisogna mai fare in modo di forzare queste caratteristiche. Le sessioni di gioco sono abbastanza corte e si aggirano sui 15 minuti circa.
Ci sono diverse possibili fasi d’addestramento; si comincia spesso con il gioco dello strofinaccio avvolgendo un tartufo con un panno e chiudendolo all’interno di un barattolo per alcuni giorni. In questo modo il panno assorbirà completamente l’odore del tartufo e potrà essere usato per fare un po’ di classico tira-e-molla, lasciando vincere il cane e premiandolo.
Segue poi il gioco del bastone e della pallina: quest’ultima sarà legata all’estremità del bastone e dovremo spostarlo per fare in modo che il cane s’interessi alla pallina inseguendola. È un gioco che al cane piace molto e stimola la sua attenzione. Poi alla pallina si dovrà sostituire un tartufo complicando il gioco con alcune varianti. Il cane imparerà naturalmente a giocare in modo naturale senza sforzo e, gratificandolo a dovere, diventerà una vera e propria gioia poter partecipare alla ricerca.
Ci sono poi diversi altri giochi che si possono fare, tutti con diverse funzionalità; alcuni serviranno a mostrargli il comando “fermo”, per evitare che cominci a masticare il tartufo, altri per imparare il comando “lascia”, restituendolo intatto. E per abituarlo alla ricerca si possono nascondere delle briciole di tartufo (o dei panni imbevuti di olio tartufato) facendo in modo che impari a cercare l’oggetto dei suoi divertimenti.
Quando il cane non segue bene un comando, se mordicchia il tartufo, o quando non riesce a completare perfettamente un’azione, non bisogna sgridarlo in modo aggressivo; basta fermarlo con decisione utilizzando i comandi che già conosce e premiandolo quando ascolta.
Sembra semplice, ma in realtà è molto complicato. Ed è per questo che esistono cinofili esperti, di cui è sempre giusto seguire i consigli, per fare in modo che il cane apprenda in modo corretto tutti i principi della ricerca del tartufo e per una gioiosa convivenza. Ancora troppo spesso le guerre tra tartufai vanno a danneggiare i nostri compagni a 4 zampe ed è importante diffondere sempre di più la cultura del rispetto, sia verso la natura, per assicurare un futuro alle nostre tartufaie spontanee, sia verso gli animali, fedeli compagni di vita e preziosi aiutanti nella ricerca del tartufo.