Aspetto esterno: il Tartufo Bianchetto, Marzuolo o Tuber Borchii Vittadini ha caratteristiche simili al tartufo bianco d'Alba, avendo un peridio irregolare, sempre liscio e di colore bianco sporco. Quando il tartufo bianchetto è maturo, diventa scuro, sia all'interno che all'esterno.
Aroma: inizialmente con sapori morbidi, più tardi mostrano forti toni di aglio. Di conseguenza, il valore commerciale è inferiore a quello del tartufo d'Alba.
Peso e dimensioni: rispetto alle altre specie di tartufo, il Bianchetto è più piccolo, pesa tra i 5 e i 60 g ed ha le dimensioni di una noce.
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Il peridio presenta innumerevoli concavità cosi come il tartufo bianco pregiato. Di color bianco sporco e liscio. A maturazione sia il peridio che la gleba tendono a diventare piu' scuri. Se all'inizio presenta un delicato sentore, in un secondo momento assume carattere piu' intenso virando verso note a base di aglio. Rispetto alle altre tipologie di tartufo quest'ultimo ha dimensioni piu' contenute che vanno dai 5-60 gr e della grandezza al pari di una noce. Solo in rarissimi casi se ne trovano di dimensioni maggiori.
Il tartufo bianchetto, noto anche con il nome di Marzuolo e il nome scientifico Tuber Borchii Vittadini, è una specie di tartufo diffusa in tutta la penisola italiana e spesso confusa con il ben più pregiato tartufo bianco, cui assomiglia nell’aspetto esteriore: il nome bianchetto evoca proprio questa sua somiglianza con il celebre “fratello maggiore”. Considerata la sua grande diffusione sul territorio, il tartufo bianchetto è da sempre impiegato nella cucina tradizionale, sebbene più sottovoce e con meno enfasi rispetto ai tipi di tartufo più pregiati. Eppure, il suo aroma intenso e il suo prezzo contenuto lo rendono un condimento molto apprezzato: se usato con saggezza, il bianchetto può regalare sapori inconfondibili e prelibati sia nella cucina casalinga che in quella professionale.
il tartufo bianchetto condivide nell’aspetto esteriore molte caratteristiche con il tartufo bianco pregiato. Ha forma globosa, anche se meno irregolare, e peridio liscio e color ocra-biancastro, tendente talvolta a toni più scuri tra il grigio e il bruno. Le differenze più vistose con il tartufo bianco si riscontrano nella gleba, che nel bianchetto ha venature più grossolane. A differenza del tartufo bianco, il bianchetto quando matura si scurisce sia all’interno che all’esterno, assumendo toni più bruni e rossastri. Le dimensioni sono di solito inferiori a quelle del tartufo bianco, e solo in rarissimi casi superano i dieci centimetri.
ma la differenza più vistosa tra bianco e bianchetto sta nel profumo. Se nel tartufo bianco il profumo è intenso e caratterizzato da toni aromatici che assomigliano al formaggio grana, nel bianchetto l’odore è più tenue all’inizio e si fa più intenso a maturazione completata, assumendo toni più forti e piccanti che ricordano vagamente il profumo dell’aglio. Per via di questa caratteristica, il tartufo bianchetto deve essere usato con moderazione in cucina, visto che il suo aroma intenso ha la tendenza a coprire il sapore delle pietanze.
Il periodo di maturazione è un altro aspetto che distingue nettamente il tartufo bianchetto dal suo fratello bianco. Il bianchetto matura infatti tra gennaio e aprile, producendo una gran quantità di esemplari di piccole dimensioni. Il marzuolo occupa una posizione di rilievo durante la fine del periodo invernale perché in alcuni mesi è l’unico tartufo reperibile e fa da anello di congiunzione tra i tartufi della stagione fredda e il tartufo nero estivo, disponibile nel periodo tra maggio e settembre.
Il tartufo Marzuolo è estremamente versatile e riesce a crescere in diversi tipi di terreno, sia lungo i litoranei che nelle zone pianeggianti, collinari e montuose entro i mille metri di altitudine. È diffuso in tutta Italia presso boschi di latifoglie o di conifere e talvolta viene rinvenuto anche in terreni particolarmente asciutti, un ambiente in cui molti altri tipi di tartufo commestibile non crescono. Fuori dal nostro paese, il tartufo bianchetto è diffuso in quasi tutta l’Europa continentale e nell’Inghilterra meridionale. Il tartufo bianchetto è presente anche in nazioni come la Bulgaria e l’Iran, dove sta avendo un crescente successo e sta aumentando progressivamente il numero delle importazioni.
Le piante simbionti che sono più comunemente associate al tartufo bianchetto comprendono:
Peso medio: 5-60 gr
Dimensioni: 1-5 cm
Quando trovarloda: Gennaio ad Aprile
Dove trovarlo:Tutta Italia, Europa continentale e Inghilterra meridionale
Piante simbiotiche: Querce, pioppi, faggi, tigli, noccioli, salici, pini, carpini, cedri e abeti
Commercialmente ha un valore inferiore al bianco.
Il tartufo fresco va pulito al momento della preparazione, con l’ausilio di uno spazzolino a setole morbide e di un panno umido per rimuovere eventuali incrostazioni. Da evitare se possibile il contatto con l’acqua, che rischia di inibire parte dei suoi preziosissimi aromi. Il tartufo bianco pregiato non sopporta le alte temperature, per utilizzarlo al meglio occorre tagliarlo a fette sottili con un apposito affetta tartufi (o in alternativa un pelapatate) direttamente a crudo sul piatto ancora caldo. Qualsiasi tipo di conservazione farà perdere al tartufo parte dei suoi aromi, ma qualora ci fosse del tartufo in avanzo, la migliore tecnica di conservazione prevede la chiusura del tuber all’interno di un barattolo sterile coperto da qualche strato di carta assorbente da cucina, che andrà riposto in frigorifero. Il barattolo va controllato quotidianamente e la carta assorbente sostituita in caso risultasse umida. Il tartufo bianco conservato in frigorifero va consumato entro 3-4 giorni a seconda del suo stato iniziale di maturazione.
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